Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Il Fattore R

Spesso si sente parlare di questa famigerata “R” in relazione ai profitti o alle perdite di una trade, vediamo di cosa si tratta.

Nell’esempio quì sopra abbiamo due rappresentazioni grafiche dell’impostazione di un’operazione, in questo caso con un rapporto Rischio/Rendimento di 1:3. Nella porzione rossa che indica lo spazio della perdita il/la trader in questione ha deciso di rischiare l’1% del capitale, affianco vediamo segnato lo stesso spazio con 1R, il numero di questa lettera in termini di quantità è sempre la stesso a prescindere dalla percentuale messa a rischio nell’operazione.

Per logica quindi, se il nostro amico/a ha realizzato un guadagno di 3″R”, significa che nello specifico dell’esempio ha maturato un profitto del 3%.

Per concludere, la nostra “R” sta a rappresentare una sorta di unità di misura, e cioè quella porzione rossa che in fase di impostazione indica e delimita lo spazio oltre il quale non si è disposti ad andare in perdita.

Verrebbe quindi da chiedersi se non è più comodo contabilizzare l’operatività direttamente in termini monetari.

La risposta è semplice: è chiaro che se partiamo a gennaio con un conto da 1000€ e a giugno ne abbiamo 1300 siamo in guadagno di un 30% e oltre, tuttavia la cifra in se non ci restituisce l’andamento delle performance, abbiamo solo il dato numerico totale.

Ciò di cui abbiamo bisogno è capire, ad esempio, le frazioni di tempo, i giorni, le settimane, i mesi…

Poniamo l’esempio di un/a trader che adotta come Money Management sempre il rischio della stessa percentuale in ogni operazione, stiamo parlando del modo più semplice e “scolastico” di gestione del capitale; come su accennato, quella somma è una percentuale ovviamente, ed è rappresentata dalla nostra “R”. Ora immaginiamo che la persona in questione voglia monitorare l’andamento della propria strategia, che, adottata in una determinata fascia oraria ha come potenziale un tot numero di quelle “R”.

Immaginiamo sempre che il nostro/a trader voglia modificare, con una certa logica la percentuale di rischio delle operazioni, in fase di consuntivo se si affida solo alle cifre non capirà se l’andamento delle sue performance corrisponde alla “fisiologia” della sua strategia in termini di profitto.

Un manager deve costantemente monitorare il cammino della propria azienda e per farlo ha bisogno di percentuali; nelle trimestrali ad esempio, a consuntivo di fine anno nel bilancio. I soldi sono la conseguenza e in fondo anch’essi una rappresentazione grafica.

 

Show CommentsClose Comments

Leave a comment

Spesso si sente parlare di questa famigerata “R” in relazione ai profitti o alle perdite di una trade, vediamo di cosa si tratta.

Nell’esempio quì sopra abbiamo due rappresentazioni grafiche dell’impostazione di un’operazione, in questo caso con un rapporto Rischio/Rendimento di 1:3. Nella porzione rossa che indica lo spazio della perdita il/la trader in questione ha deciso di rischiare l’1% del capitale, affianco vediamo segnato lo stesso spazio con 1R, il numero di questa lettera in termini di quantità è sempre la stesso a prescindere dalla percentuale messa a rischio nell’operazione.

Per logica quindi, se il nostro amico/a ha realizzato un guadagno di 3″R”, significa che nello specifico dell’esempio ha maturato un profitto del 3%.

Per concludere, la nostra “R” sta a rappresentare una sorta di unità di misura, e cioè quella porzione rossa che in fase di impostazione indica e delimita lo spazio oltre il quale non si è disposti ad andare in perdita.

Verrebbe quindi da chiedersi se non è più comodo contabilizzare l’operatività direttamente in termini monetari.

La risposta è semplice: è chiaro che se partiamo a gennaio con un conto da 1000€ e a giugno ne abbiamo 1300 siamo in guadagno di un 30% e oltre, tuttavia la cifra in se non ci restituisce l’andamento delle performance, abbiamo solo il dato numerico totale.

Ciò di cui abbiamo bisogno è capire, ad esempio, le frazioni di tempo, i giorni, le settimane, i mesi…

Poniamo l’esempio di un/a trader che adotta come Money Management sempre il rischio della stessa percentuale in ogni operazione, stiamo parlando del modo più semplice e “scolastico” di gestione del capitale; come su accennato, quella somma è una percentuale ovviamente, ed è rappresentata dalla nostra “R”. Ora immaginiamo che la persona in questione voglia monitorare l’andamento della propria strategia, che, adottata in una determinata fascia oraria ha come potenziale un tot numero di quelle “R”.

Immaginiamo sempre che il nostro/a trader voglia modificare, con una certa logica la percentuale di rischio delle operazioni, in fase di consuntivo se si affida solo alle cifre non capirà se l’andamento delle sue performance corrisponde alla “fisiologia” della sua strategia in termini di profitto.

Un manager deve costantemente monitorare il cammino della propria azienda e per farlo ha bisogno di percentuali; nelle trimestrali ad esempio, a consuntivo di fine anno nel bilancio. I soldi sono la conseguenza e in fondo anch’essi una rappresentazione grafica.